mercoledì 5 novembre 2008

P R E M E S S A

Vogliamo fare politica usando l’orecchio, la voce, la carta, la matita, la gomma, ed il cestino; contrariamente a chi, diversamente da noi, usa soltanto carta e penna.
Vogliamo fare politica definendo le azioni locali dopo aver ascoltato e informato, partendo da un nostro progetto di fondo, che sarà:
· Scritto sulla carta con la matita per una propria definizione specifica, dettagliata, e ponderata;
· Modificato con la gomma, modellandolo e subordinandolo all’impatto sociale, territoriale, ed economico che risulterà a seguito della presentazione e discussione dialettica con i Cittadini, le Associazioni Sociali e Commerciali;
· Messo nel cestino se non sarà convalidato ed approvato con la completa accettazione delle parti interessate.



I N T R O D U Z I O N E

Il Cittadino è sconcertato dalla impossibilità oggettiva di potersi identificare in una politica perspicace, lungimirante e duratura.

Il Cittadino non riesce più ad identificarsi in questa o quella interpretazione politica della convivenza sociale locale, nazionale ed internazionale.

L’attuale procedura, adottata dalla Politica nelle Amministrazioni, è quella di “tentare” delle azioni decise da pochi tecnici e poi cercare di avere il consenso di molti, invece della più logica condivisione di intenti di molte teste informate (i cittadini nei “percorsi partecipati” realmente), con indiscutibile maggiore probabilità di avvallo ed accettazione condivisa.

La politica oggi è fondata sui sondaggi preventivi e soprattutto sui media, e questi sono intesi non più come tempestiva esposizione dei fatti, ma come strumento confirmatorio delle aspettative politiche promesse.

Ma la politica non è una reclame, l‘amministrazione della Res Publica è il bene della Nazione; e dei cittadini di quella Nazione che adesso devono inquadrarsi nell’armonia di un‘Europa che a sua volta cerca la propria ed adeguata posizione nella comunità internazionale.

Non possiamo più sperare di far cambiare idea politica al Cittadino così spesso, infrangendo la norma sull‘abuso della credulità popolare, offrendo di volta in volta dei programmi tanto accattivanti quanto inefficaci o irrealizzabili: dobbiamo offrire al Cittadino un programma, pensato dai cittadini stessi, ed una politica reale, concreta, effettiva, efficace, seria, rigorosa; dobbiamo offrire al Cittadino un porto riparato dove possa attraccare e, fiducioso, svolgere la sua opera sociale, economica, culturale, imprenditoriale.

Le alleanze di governo sono un valido elemento, ma non si deve abusare della fiducia accodata dai Cittadini a questa o quella coalizione mostrando, immediatamente dopo il voto, l’innato desiderio di prevaricazione di questa o di quella corrente per il gusto del possesso del potere, attraverso lotte intestine, e per di più pubbliche.

Adesso dobbiamo lasciarci alle spalle la gestione e l’acquisizione del potere fine a se stesso e dobbiamo ricostruire quella politica solida, affidabile, efficace, seria e rigorosa così come il Cittadino cerca e non trova.

Da troppo tempo ormai il Cittadino non ha più nemmeno la possibilità di esprimere il proprio assenso o dissenso perché non ha più fiducia nelle Manifestazioni di piazza, negli Scioperi, nei Comitati, nelle Petizioni, nei Referendum, nello sciopero della fame, nello sciopero bianco: anche queste espressioni sociali dirette sono state strumentalizzate dalle varie parti politiche ed hanno perso, in larga parte, il carattere tipico dell’espressione popolare diretta.

Bisogna avere il coraggio di dar vita, adesso, ad una Terza Repubblica dove la politica riesca a:
· Informare i cittadini allo scopo di raccogliere le loro indicazioni di “esperti della strada”.
· Rendere permeabile e trasparente il processo di formazione dei progetti, delle azioni e delle decisioni in ambito Sociale, Economico e Territoriale.
· Comunicare realmente (rispetto alla solita dicotomia fra realtà effettiva e realtà percepita) il risultato di ogni azione effettivamente svolta.
· Recuperare la sobrietà di analisi ed il rigore politico, che i Cittadini chiedono, implicitamente, attraverso l’astensione dal voto che si è registrata a Bologna negli ultimi 15 anni. (ai tempi di Zangheri votava il 96,6% dei residenti contro il 58,6% all’ultima elezione del 2004).
· Attingere idee concrete e solidi progetti da ogni ambito intellettuale e culturale disponibile, senza esperimenti e senza demagogia, e soprattutto senza preclusioni preconcette di partito.
· Non perdere di vista gli interessi della maggioranza dei cittadini nell’intento di voler, a tutti i costi, difendere le minoranze.
· Sviluppare, a livello provinciale, comunale, e di quartiere, puntuali raccolte e registrazioni di interessi congiunti e comuni di ogni adeguata entità rappresentativa di Cittadini.

Vogliamo accollarci l’onere di presentare il nostro programma per offrire un nuovo esempio di conduzione Amministrativa informativa, percettiva, trasparente, efficiente, codificata, controllabile, realmente condivisa, e consapevolmente approvata dai cittadini.

Vogliamo applicare particolare attenzione alle scelte relative alla Sicurezza Sociale, ed alla Qualità Reale della Vita Quotidiana: sono questi gli argomenti sui quali la Società, l’Economia, ed il Territorio vogliono oggi maggiore attenzione da parte di una buona Amministrazione locale. E sono questi gli argomenti che affronteremo immediatamente, estendendo la partecipazione dei cittadini e di tutti gli uomini di buona volontà, e delle associazioni e categorie sociali ed economiche della città nella realizzazione della nostra politica innovativa di SET-UP: Società, Economia, Territorio, Uniti nel Pragmatismo.
Presenteremo una serie di azioni che tenderanno a valorizzare l’immagine e la funzionalità della città e dei Quartieri, e che non stravolgano, senza validi motivi, le abitudini quotidiane del Cittadino: progetti di recupero o riqualificazione sociale e territoriale da una parte, e di miglioramento e razionalizzazione della qualità dei servizi amministrativi dall‘altra; progetti che sviluppino la naturale e necessaria tendenza all’aggregazione inter-etnica, ma anche progetti che restituiscano ai cittadini la propria Bolognesità.

Qualunque uomo di buona volontà che intenderà agire onestamente seriamente, fattivamente, democraticamente, e pragmaticamente, potrà collaborare con noi e sarà ben accetto; ma dovrà lasciarsi alle spalle ogni strumentalizzazione tipica dell’attuale politica: e parliamo soprattutto di quella politica basata sulla “sfiga altrui” che ha caratterizzato la politica degli ultimi 15 anni, e di quella politica che antepone il desiderio di potere aprioristico alle soluzioni delle quali Bologna ha bisogno.
Non vediamo perché la Politica debba rimanere arroccata dietro personali desideri di successo (e correlato potere) nella definizione di questa o quella questione di interesse nazionale o locale: soprattutto quando a pagare, dal punto di vista Sociale, Economico, e Territoriale, sono sempre i Cittadini.

Vogliamo andare al di là della semplice dicotomia politica che incolpa la precedente Amministrazione per giustificare i propri eventuali insuccessi futuri.
Vogliamo recuperare la dimensione cittadina e sociale della politica, dove il legittimo antagonismo politico rimane confinato al di fuori delle stanze amministrative che governano la quotidianità sociale della Città.
Vogliamo ritrovare il collegamento biunivoco con la Città, per ritrovare ed aumentare quella fiducia dei cittadini nelle istituzioni che è stata già da troppo tempo “picconata”.
Non vogliamo più essere le cavie di esperimenti di finanza creativa o di innovazioni futuristiche mutuate da realtà a noi aliene: vogliamo acquisire tutto ciò che di buono può portare l’innovazione, ma vogliamo anche recuperare, e dove necessario ricostruire, il nostro carattere di “bolognesi” nella nuova cornice europea del ventunesimo secolo.

Ci rivolgiamo a tutti gli Enti e le Associazioni, pubbliche, private, culturali, sindacali, commerciali, di servizio, e industriali, per poter valutare insieme le linee di sviluppo più meritevoli ed efficaci, e per lavorare concretamente e fattivamente per la realizzazione della Res Publica secondo il senso ed il bene comune che il Cittadino sta chiedendo da anni.

Ci rivolgiamo anche a tutti i Comitati di Cittadini che spontaneamente si sono formati in questi anni. Ma chiediamo a questi Comitati di svolgere un’azione non solo di denuncia: chiediamo a questi Comitati di rendersi parte attiva nella definizione di soluzioni realmente fattibili. L’Amministrazione non può ascoltare il Cittadino, o il Comitato, se non c’è nulla di concreto e perspicace da ascoltare.
Non si può più esprimere soltanto la voce del dissenso; adesso si devono proporre fattivamente, con perspicacia ed apertura mentale, nuove soluzioni, nuovi fronti di dialogo, nuove prospettive.
Ci rivolgiamo soprattutto a Voi per poter offrire insieme, all’Amministrazione Comunale o di Quartiere, un efficiente ed efficace strumento di monitoraggio biunivoco del territorio sociale ed economico attraverso il quale si possa amministrare adeguatamente, fattivamente, democraticamente, seriamente, ed efficacemente la Res Publica.